Il prestito per i dipendenti, costituisce una tipologia di finanziamento personale non finalizzato, ovvero prestito erogato a prescindere dallo scopo per il quale viene richiesto, con tasso di interesse costante, con versamento iniziale in una sola volta dell’ammontare richiesto e la restituzione del prestito avviene a rate fisse. L’ente che eroga il prestito si vedrà recapitare l’ammontare mensile delle rate direttamente dal datore di lavoro. Infatti, le rate vengono trattenute automaticamente dalla busta paga. La rata può avere un importo massimo para ad un quinto dello stipendio percepito mensilmente dal soggetto richiedente.
Possono fare richiesta di tale forma di finanziamento i:
- dipendenti pubblici o statali (di Amministrazioni Pubbliche, Ente Pubblico o Stato)
- dipendenti privati
I prestiti ai dipendenti statali sono tipologie di finanziamento agevolate e tutelate da leggi appositamente studiate. I piani di rimborso variano in genere tra i 12 e i 120 mesi. Il rimborso può avvenire in modo diverso ovvero attraverso bonifico bancario, RID o tramite cessione del quinto. I lavoratori che ne fanno richiesta possono avere un contratto a tempo determinato o part-time, in questi ultimi casi però bisogna rispettare determinati vincoli a fronte di ulteriori garanzie di rimborso.
I lavoratori dipendenti privati possono richiedere tale forma di prestito presso la propria banca o presso gli istituti che concedono tali tipologie di finanziamento. I documenti da presentare al momento della richiesta di prestito sono: il modello CUD (Certificazione Unica dei Redditi di lavoro dipendente) nel quale sono illustrati i dati relativi alla retribuzione mensile e la fotocopia della carta d’identità . Le rate possono essere rimborsate mediante corresponsione manuale ogni mese, pagamento tramite RID prelevando l’importo dal nostro conto corrente o mediante la cessione della quinta parte dello stipendio attraverso cui le rate vengono decurtate dalla busta paga. Quest’ultima soluzione prevede che sia lo stesso datore di lavoro a sottrarre l’ammontare della rata dalla busta paga del dipendente. I dipendenti privati possono fare richiesta di un prestito senza dover essere in possesso di qualche particolare requisito anche se talvolta viene richiesta un’anzianità di lavoro almeno pari ad un anno come garanzia per il regolare rimborso del finanziamento.
I richiedenti devono avere i seguenti requisiti per poterne fare richiesta:
- Avere un rapporto lavorativo a tempo indeterminato;
- Gli anni di anzianità devono superare la soglia minima richiesta pari a:
– Ad un anno per i dipendenti pubblici non statali
– A quattro anni per i dipendenti pubblici statali
– Mentre per i dipendenti privati la soglia minima è stabilita di volta in volta dai diversi istituti creditizi.
Per quanto riguarda i dipendenti privati, anche il datore di lavoro deve presentare alcuni requisiti. Innanzitutto, l’azienda deve acconsentire all’operazione. Ciò non è previsto per i dipendenti pubblici, in questo caso infatti la banca deve accettare la richiesta del debitore.
Il prestito per dipendenti non richiede la presentazione di alcuna garanzia da parte del richiedente. A tutela della banca o altro istituto di credito soccorre appunto il TFR nel caso in cui il dipendente subisca un infortunio o venga licenziato. E’ inoltre previsto che obbligatoriamente il debitore debba sottoscrivere un’assicurazione che fornisca adeguate garanzie in merito all’adempimento contrattuale per le parte che eccedano la quota di TFR accumulato. Infatti tale contratto prevede che qualora il richiedente si dimostri insolvente, la banca o chi per essa potrà trattenere il TFR accumulato e qualora quest’ultimo risultasse insufficiente all’estinzione del debito potrà rivalersi sull’assicurazione.